Anche quest’anno ci risiamo. Come ogni anno mi ritrovo a ridosso delle ferie estive e, al solito, non mi sono organizzato per tempo. Risultato? Prenotare quella fantastica gita a Madrid che mi sarebbe tanto piaciuto fare, adesso mi costerebbe tanto quanto comprarmi un appartamento a Milano. Certo, in qualche modo uno riesce sempre a organizzarsi, ma di farmi la solita vacanzetta in Liguria – nonostante sia bellissima, per carità – proprio non mi va. Sarà che ci vado da quando ero bambino, sarà che ormai conosco a memoria tutta la riviera ligure da La Spezia a Ventimiglia, o forse sarà per colpa del treno regionale che assomiglia di più a un carro bestiame. Fatto sta che io, in Liguria, non ci torno. Piuttosto me ne vado in campagna dai miei.
Sono in ufficio da questa mattina e, tra una cosa e l’altra, ogni tanto do una sbirciata ai vari siti di prenotazione. Non mi sembra esserci scampo, forse quest’anno la vacanza salta davvero. Sette giorni sono davvero troppo pochi per organizzare qualcosa di degno a un prezzo ragionevole, adatto anche alle mie tasche. Più navigo alla ricerca di una soluzione, più mi arrendo all’idea delle ferie in compagnia di mia madre.
No, non voglio rinunciare alla vacanza. Piuttosto mi dilapido, ma quest’anno sento proprio di meritarmela. Ho lavorato molto senza fermarmi per interi mesi, e adesso ne ho bisogno. Credo che a un certo punto andare in ferie sia una sorta d’investimento per chi lavora: ti riposi, dedichi un po’ di tempo a te stesso e a ciò che ti piace fare, per poi tornare più fresco di prima, con nuove forze e nuove idee, pronto per ricominciare.
Dopo qualche altro tentativo, decido di chiedere l’aiuto del pubblico. «Ragazzi, voi dove le passate le ferie quest’anno?» chiedo a Edoardo e Giulia, alzando gli occhi dal mio pc. «Santorini credo, tu invece?» mi fa Giulia, senza distogliere lo sguardo da ciò che sta facendo. Edoardo non mi risponde nemmeno, è tutto preso dagli ultimi dettagli della nostra nuova linea e non ha orecchie per queste cose. «Ancora non lo so» le rispondo «Penso che alla fine andrò dove conviene senza stare a guardare troppo il posto. Alla fine a me basta staccare un po’…» «Ma che discorso è? Guarda che non è mai troppo tardi per organizzarti come si deve» mi risponde, questa volta guardandomi negli occhi, anche con un filo di disappunto.
Giulia è così. Ha un carattere deciso ed è una persona molto analitica, nel senso che le cose che non hanno troppa logica in genere non le piacciono, come non le piace guardare al problema ma preferisce pensare alle soluzioni, sempre e comunque. Oltre a questo, è una persona molto simpatica e disponibile, gentile con tutti e sempre molto sorridente. Certo, sul lavoro ha un modo molto diretto di esprimersi, ma personalmente preferisco che sia così. Giulia è la nostra problem solver, per questo le siamo tutti grati.
«Andiamo a prenderci un caffè di sotto, così ti do qualche dritta» mi dice alzandosi dalla sua postazione. La seguo senza oppormi, nonostante comunque abbia molte cose da fare. In ballo c’è la mia vacanza, l’affare è molto serio. Prendiamo un caffè normale entrambi alla macchinetta e ci sediamo a parlare.
«Tu che tipo di vacanza hai in mente?» mi chiede mentre sorseggia il suo espresso. Le dico che non lo so, che tendenzialmente apprezzo un po’ tutto purché sia movimentato. Non mi piacciono le vacanze di solo relax, mi riposo di più facendo attività divertenti piuttosto che stando sul lettino di una spiaggia. Mi dice che in tal caso conviene una vacanza in qualche città europea, dove non ci si annoia e non si sta troppo fermi. Sicuramente meglio, per me, della solita vacanza al mare. (Piccola precisazione: io non so nuotare. Lo so, fa ridere ma è così. Perciò preferisco andare altrove, non per altro). Mi chiede se ho preferenze e io le dico che sarebbe carino visitare Londra, che non l’ho mai vista, Parigi o Madrid.
«Saresti da solo o in compagnia?» «Da solo» le rispondo, anche un pochino affranto. «Beh, meglio! Vedila così, sei indipendente e fai ciò che ti piace… poi al massimo conosci qualcuno lì e fai svoltare la tua vacanza». La ascolto, nel frattempo cerco di immaginarmi da solo a Parigi mentre faccio amicizia sotto la Tour Eiffel in una sera d’agosto. No, improbabile.
«Partiamo dal presupposto che puoi prenotare all’ultimo e spendere i tuoi soldi in maniera intelligente, non è vero che devi per forza strapagare. Io lavoravo in una startup che trattava proprio di prenotazioni last minute delle camere d’albergo che si chiama Hotel Tonight, e serve proprio a questo! Tu selezioni la destinazione e il periodo, e loro ti danno una scelta tra i dieci migliori hotel disponibili». «Solo dieci?» «Sì, perché loro scremano a priori! In questo modo non devi impazzire tra centinaia di hotel più o meno giusti per le tue esigenze, ma vai a colpo sicuro!» che poi è la stessa cosa che facciamo noi di Tela Blu coi nostri prodotti: scelta limitata e alta qualità. Niente di più.
«Secondo me tu sei uno da Hip Hotel» «Da… cosa?!» «Hip Hotel! Sono gli alberghi che non sono necessariamente di lusso, ma sono particolari, unici. Per esempio, a Milano avevo provato – sempre per Hotel Tonight – al The Yard, che è molto particolare. In pratica il proprietario ha viaggiato tutta la vita, e si è portato da ogni viaggio qualcosa. Così, ogni camera ha un tema diverso, con lo sport come unico comune denominatore. È stata un’esperienza bellissima, mi sono sentita a casa… Come ti sembra un hotel così?». Sarebbe bello, le dico, però non a Milano. «Secondo te ti mando in vacanza a Milano?» mi dice ridendo.
«Certo che no! Vediamo… Volevi andare a Londra? Ti consiglierei il The Hoxton nel quartiere Shoreditch. Ci ero andata mentre abitavo proprio a Londra, per coccolarmi un po’. Ricordo un grande camino nella Hall, con una libreria vicino e un bar in stile americano ad accogliermi. La camera era stupenda, e appena entrata ho trovato una radio Roberts, di quelle vintage, già accesa che trasmetteva musica. Se invece volessi stare in Italia, perché non andare a Roma? È sempre bella da vedere, e se vuoi una soluzione un po’ diversa ti consiglio Irooms, un posto in cui ogni camera è diversa dall’altra con un tema a sé. In quella in cui ero stata io c’era un film proiettato su ogni muro della stanza. Era qualcosa di magico, credimi».
Sto sognando queste camere bellissime in queste città meravigliose, dove tutto brilla e luccica e ci si diverte. Mi immagino a fine giornata, rientrato in albergo stanco dai miei giri, sdraiato sul letto mentre mi guardo un film proiettato sul muro. «Ci sono tanti altri posti, ovviamente. A Lisbona, per esempio, ci sono stata coi miei colleghi per un Team Weekend. È stato bello soprattutto perché lì ci siamo conosciuti sotto un altro punto di vista, e poi abbiamo visto il tramonto insieme, rincorrendo letteralmente il sole fino ad arrivare in cima a una delle colline della città. Alla fine ce l’abbiamo fatta, ed è stato magico… Dovremmo farlo anche per Tela Blu!». Mi vedo io, insieme a Giulia, Edoardo e tutti gli altri, mentre rincorriamo il sole in salita. Data la mia forma fisica, forse arriverei in tempo per l’alba.
Mi dà alcune dritte tecniche, ovvero quali siti guardare per scegliere i voli e come si usa uno strumento come Hotel Tonight. Poi mi consiglia qualche altro hotel che conosce in giro per l’Europa e alcune attività interessanti da fare. Dopo tutto questo parlare, però, non ho ben capito quale sia il tipo di vacanza preferito da Giulia. «Quale sarebbe, quindi, la tua vacanza ideale?» le chiedo dopo esserci alzati.
«Non saprei…» mi risponde. Poi, dopo averci pensato un attimo, mi dice: «Ho sempre concepito la vacanza come “villaggio vacanze”. Relax, tutto organizzato… quelle cose lì. Poi negli ultimi anni ho avuto la fortuna di conoscere dei veri viaggiatori, e la mia mentalità è cambiata. Adesso mi piace l’idea di dimenticare gli agi, di scoprire lungo il cammino quale sarà la destinazione finale. Mi piacerebbe fare il giro del Sud America in motocicletta, per esempio».
«Wow! Come Che Guevara!» «Adesso non esageriamo» mi dice con aria seria, prima di scoppiare a ridere. «Torniamo a lavorare, altro che Che Guevara». Giulia è fatta così. E a noi piace molto.